18 aprile, 2012

Il ri-ciclo dell'arte

Un pò di foto dell'inaugurazione 14/4/2012

05 aprile, 2012

Testo critico della mostra Inform@RTI

Non è sempre facile riuscire ad esprimere lo spirito del proprio tempo, con le sue peculiarità e le singolari contraddizioni che lo caratterizzano, ma Stefano Sardelli riesce in questo intento con la serie dei suoi ultimi lavori. Si tratta di opere che parlano del suo percorso umano e artistico, quindici tele che in cui egli si mette a nudo rivelando aspetti personali della propria vita, senza pudore e senza vergogna, avvalendosi di un linguaggio gestuale, istintivo, ma allo stesso tempo controllato e contenuto.
Con grande sapienza Stefano Sardelli mescola razionale ed irrazionale, gestuale e figurativo, riuscendo ad attraversare tutti i momenti più importanti della storia dell’arte contemporanea. Inform@arti è un omaggio aperto alla cultura Neopop americana, quella di cui hanno fatto parte artisti del calibro di Keith Haring o Jean Michel Basquiat i quali con il loro linguaggio innovativo hanno connotato tutta l’arte degli anni ’80, decretando l’ascesa del graffitiamo e della potenza incommensurabile dei mass media nel diffondere l’arte contemporanea.
I colori stesi a getto da Stefano Sardelli sulla tela in grovigli inestricabili quasi come se si trattasse di onde del pensiero o di impulsi incontrollabili e automatici richiamano da vicino l’Espressionismo Astratto americano, ma nella forza e nelle tonalità strizzano indubbiamente l’occhio alla cultura Neopop. I gialli, i rossi, i verdi, i blu, colori tanto amati da Keith Haring, inondano le tele mescolandosi a fogli di giornale, volantini pubblicitari e fili di tessuto, creando un vortice di immagini in cui si muovono figure tracciate in maniera sommaria e apparentemente frettolosa che nei loro tratti schematici e quasi primitivi richiamano la pittura di Jean Michel Basquiat.
Ma non è solo la cultura degli anni ’80, di cui Sardelli tra l’altro è figlio, ad emergere dalle tele di Inform@rti bensì anche echi delle prime avanguardie artistiche. Infatti l’irriverenza nel presentare certe immagini, i giochi di parole e la vis polemica che spesso emerge da alcuni dipinti richiamano senz’altro le opere degli artisti dada, così come l’uso spudorato e costante di ritagli di giornale e di immagini pubblicitarie rimanda sia al Cubismo che alla Pop Art americana.
L’abilità di Sardelli consiste principalmente nel parlare della propria vita e del proprio modo di accostarsi all’arte in maniera semplice e diretta usando però citazioni colte dei maggiori artisti di arte contemporanea, quelli che lui ha eletto a suoi mentori e che intravede come punti di riferimento.
La vita narrataci da Stefano Sardelli in fondo è la vita di tutti noi, fatta di gioie e dolori, di inquietudini giovanili e di pensieri maturi, di scelte difficili e di scatti irrazionali, di sentimenti struggenti e di odi incontenibili, di critiche e di rimpianti. Il tutto tenuto insieme da un sottile filo di Arianna che nelle tele di Stefano Sardelli si concretizza in un filo di tessuto che simbolicamente tiene vicini tutti gli attimi di vita vissuta.
Ogni tela di Inform@rti vive di vita propria, ma indubbiamente acquista maggior incisività se inserita in un ottica corale assieme a tutte le altre, quasi come se ogni momento della nostra esistenza non potesse fare a meno di tutti quelli vissuti precedentemente così come di tutti quelli futuri.

Sara Paradisi